La legittima difesa è una causa di giustificazione che esclude la punibilità di chi, costretto dalla necessità di difendere un proprio diritto contro il pericolo attuale di un'offesa ingiusta, usa la violenza. Tuttavia, l'eccesso colposo nella legittima difesa, previsto dall'art. 55 c.p., si configura quando l'imputato, pur agendo in un contesto di legittima difesa, utilizza mezzi di salvezza sproporzionati e inadeguati rispetto all'entità dell'aggressione subita, incorrendo in un errore di valutazione dovuto a colpa. In tal caso, l'imputato risponde del reato commesso a titolo di colpa, essendo venuta meno la scriminante della legittima difesa. Il giudice, nel valutare la sussistenza dell'eccesso colposo, deve accertare preliminarmente l'inadeguatezza della reazione difensiva rispetto al pericolo in atto, tenendo conto del contesto spaziale e temporale in cui si sono svolti i fatti, per poi verificare se tale eccesso sia dovuto a un errore di valutazione colposo dell'imputato o a una scelta volontaria e consapevole, estranea alla scriminante. Soltanto il primo caso rientra nello schema dell'eccesso colposo, mentre il secondo integra un'ipotesi di reato autonoma, non scriminata dalla legittima difesa.