Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 33448 del 18 agosto 2009

ECLI:IT:CASS:2009:33448PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: La sussistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico di un indagato, desunti da elementi probatori quali intercettazioni, dichiarazioni di coindagati, documentazione e oggetti sequestrati, può giustificare l'applicazione di una misura cautelare personale, anche in assenza di una dimostrazione specifica della consapevolezza dell'indagato in merito alle concrete attività criminose accertate nei confronti di altri membri del gruppo. Tuttavia, qualora il pericolo di reiterazione del reato possa essere adeguatamente fronteggiato con una misura meno afflittiva, come gli arresti domiciliari, il giudice è tenuto a disporre quest'ultima, in ossequio al principio di proporzionalità e di minor sacrificio possibile della libertà personale dell'indagato. La sopravvenuta cessazione della misura cautelare per scadenza dei termini non priva di interesse il ricorso, che deve comunque essere dichiarato inammissibile per tale ragione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SERPICO Francesco - Presidente

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

TU. Cl. , n. a (OMESSO);

avverso la ordinanza in data 6 aprile 2009 del Tribunale di Bologna;

Visti gli atti, la ordinanza denunziata e il ricorso;

Udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CONTI Giovanni;

Udito il Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. D'ANGELO Giovanni, che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso.

FATTO E DIRITTO

Con la ordinanza in ep…

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