Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13191 del 8 aprile 2010

ECLI:IT:CASS:2010:13191PEN

Massima

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Il reato di false dichiarazioni sulla propria identità personale (art. 495 c.p.) sussiste qualora l'agente renda molteplici dichiarazioni, tutte fra loro diverse, in merito alle proprie generalità, a nulla rilevando che non sia stato possibile accertare le sue vere generalità e che in una sola delle occasioni egli possa eventualmente aver detto il vero. Il principio di diritto consolidato in giurisprudenza impone di ritenere integrato il reato di false generalità anche quando l'agente non abbia avuto la possibilità di autoaccusarsi, essendo sufficiente il mero fatto di aver fornito dichiarazioni contrastanti sulla propria identità personale in più occasioni. Tale interpretazione rigorosa della fattispecie mira a tutelare l'affidamento della pubblica amministrazione e dei terzi nella veridicità delle dichiarazioni rese in sede di pubblici atti e procedimenti, senza che possa essere invocata a discolpa l'impossibilità di accertare le reali generalità dell'agente o la sua eventuale confessione in una sola circostanza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Anton - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI FIRENZE;

nei confronti di:

1) AM. ZA. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 2692/2007 CORTE APPELLO di FIRENZE, del 27/04/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 26/02/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ARTURO CARROZZA;

udito il P.G. in persona del Dott. Cedrangolo Oscar che ha concluso per a.c.r..

FATTO E DIRITTO

1.- La…

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