Il provvedimento di rigetto dell'istanza di rinvio del dibattimento per impedimento a comparire dell'imputato o del suo difensore, ex articolo 420-ter c.p.p., è sottratto al sindacato di legittimità della Corte di Cassazione, qualora il potere discrezionale attribuito al giudice di merito sia stato esercitato sulla base di una adeguata motivazione immune da vizi logici e giuridici, come nel caso in cui il giudice abbia disatteso la certificazione sanitaria sul corretto presupposto che la stessa non esprimeva in alcun modo una situazione di assoluto impedimento a comparire. Inoltre, il giudice di merito non ha alcun obbligo di disporre accertamenti fiscali per verificare l'impedimento a comparire, al fine di completare l'insufficiente documentazione prodotta. In sede di legittimità, il vizio di motivazione denunciabile ex articolo 606 c.p.p., comma 1, lettera e) non può consistere nella mera deduzione di una valutazione del contesto probatorio ritenuta dal ricorrente più adeguata, ma deve essere volto a censurare l'inesistenza di un plausibile e coerente apparato argomentativo a sostegno della scelta operata in dispositivo dal giudicante. Pertanto, la Corte di Cassazione non può sostituire la propria valutazione delle prove a quella effettuata dai giudici di merito, purché questi ultimi abbiano esaminato tutti gli elementi a loro disposizione, dato esaustiva e convincente risposta alle deduzioni delle parti, e interpretato il materiale istruttorio in modo logico e conforme ai criteri legali dettati in tema di valutazione delle prove.