Il Comune non può emettere un provvedimento sanzionatorio di demolizione di opere edilizie abusive senza aver prima definito il procedimento relativo alle pendenti istanze di condono edilizio, in quanto l'art. 38 della Legge n. 47/1985, cui rinvia l'art. 32 della Legge n. 326/2003, inibisce all'Amministrazione l'adozione di provvedimenti demolitivi sulle opere per le quali sia stata presentata domanda di sanatoria, fino all'esito definitivo del relativo procedimento. Pertanto, l'Amministrazione comunale, prima di emettere un provvedimento di demolizione, è tenuta a verificare la pendenza di eventuali istanze di condono edilizio relative alle opere oggetto del provvedimento sanzionatorio e, in caso di accertata pendenza, deve astenersi dall'adottare misure repressive fino alla definizione del procedimento condonistico, potendo configurare tali provvedimenti demolitori solo dopo un eventuale espresso rigetto della domanda di sanatoria. L'Amministrazione non può limitarsi a dare atto della pendenza delle istanze di condono nel preambolo del provvedimento impugnato, senza poi valutarne adeguatamente la rilevanza ai fini del regime transitorio applicabile alle opere da demolire, né può rinviare tale valutazione alla sola fase processuale, dovendo invece motivare compiutamente, già nell'atto impugnato, circa la genericità o l'insufficienza della documentazione prodotta a corredo delle domande di condono, qualora intenda disattenderle.