La concessione di un bene demaniale idrico può essere legittimamente revocata dall'amministrazione concedente qualora il concessionario non eserciti direttamente il diritto all'uso esclusivo del bene, ma consenta a soggetti terzi estranei al rapporto concessorio di gestire attività nell'area concessa, in violazione delle condizioni e finalità previste nel disciplinare di concessione e della normativa regionale in materia. La decadenza della concessione in tali casi è una conseguenza vincolata, senza margini di discrezionalità per l'amministrazione, in quanto la norma regionale applicabile (art. 24 del Regolamento Regionale n. 3/2004) ricollega direttamente tale inadempimento alla misura decadenziale, a seguito di una ponderazione legislativa degli interessi pubblici e privati coinvolti. L'amministrazione, pertanto, non è tenuta a comunicare all'interessato a quale specifica fattispecie di decadenza prevista dalla norma sia riconducibile la violazione contestata, essendo sufficiente che l'interessato abbia avuto piena contezza della condotta addebitatagli e delle relative conseguenze. Inoltre, la revoca della concessione, ove intervenga successivamente alla dichiarazione di decadenza, non integra un autonomo vizio del provvedimento, in quanto l'interesse del concessionario a contestare tale ulteriore effetto ablativo risulta assorbito dalla perdita del titolo concessorio già sancita con la decadenza.