Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 12424 del 16 marzo 2018

ECLI:IT:CASS:2018:12424PEN

Massima

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Il comportamento di resistenza a pubblico ufficiale, anche se determinato dalla ragionevole convinzione di essere vittima di un'aggressione, non esclude la sussistenza del reato di cui all'art. 337 c.p. qualora gli operanti siano stati autorizzati dal P.M. a effettuare la perquisizione domiciliare e abbiano riscontrato l'attività di distruzione e occultamento di prove da parte dei familiari del soggetto sottoposto a perquisizione. In tali casi, l'uso della forza da parte degli agenti per forzare gli infissi e accedere all'abitazione è da ritenersi legittimo e non configurante alcun abuso, non potendosi invocare a propria discolpa la mancata percezione diretta della situazione da parte degli operanti. Pertanto, la sussistenza di esigenze cautelari, quali il pericolo di inquinamento probatorio, legittima l'applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, a prescindere dalla ragionevole convinzione dell'indagato di essere vittima di un'aggressione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Presidente

Dott. TRONCI Andrea - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. COSTANTINI Antoni - rel. Consigliere

Dott. D'ARCANGELO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 27/12/2017 del Tribunale del riesame di Brescia sentita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
sentite le conclusioni del PG, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)) che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. (OMISSIS) ricorre avverso l'ordinanza del Tribunale del riesame di Brescia ex articolo 309 c.p.p. che ha confermato l'…

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