Cassazione penale Sez. V sentenza n. 41159 del 3 ottobre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:41159PEN

Massima

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Il giornalista che pubblica una notizia falsa, pur avendo il dovere di verificare accuratamente le informazioni prima della pubblicazione, non può invocare validamente l'esimente del diritto di cronaca, neppure nella forma putativa, quando la notizia diffamatoria sia stata divulgata senza il previo controllo della fonte originaria, che avrebbe consentito di accertare agevolmente la falsità della stessa. Infatti, l'esercizio del diritto di cronaca, per essere scriminante, richiede che la notizia divulgata, oltre ad essere socialmente rilevante e descritta con continenza espressiva, sia anche vera, il che implica che sia riportata in modo completo e accurato. Pertanto, il mancato, accurato, controllo della notizia da parte del giornalista, che avrebbe agevolmente consentito di verificare la falsità della stessa, esclude la configurabilità della scriminante putativa del diritto di cronaca, in quanto l'agente non può essere considerato incolpevolmente in errore sulla realtà dei fatti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DUBOLINO Pietro - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. CAPUTO A. - rel. Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1409/2012 CORTE APPELLO di BARI, del 09/01/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 16/06/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANGELO CAPUTO;

Udito il Sostituto Procuratore generale della Repubblica presso questa Corte di cassazione dott. P. Gaeta, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

Uditi altresi', per la parte civi…

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