Il delitto di incendio colposo si configura quando il fuoco, originato da condotta colposa, si propaga irrefrenabilmente in vaste proporzioni, con fiamme divoratrici che si diffondono con potenza distruttrice, ponendo in pericolo l'incolumità di un numero indeterminato di persone. Ai fini della sussistenza del reato, non è sufficiente la mera propagazione del fuoco, ma è necessario che questo assuma le caratteristiche di un incendio, ossia di un evento di particolare intensità e capacità lesiva, tale da mettere a repentaglio la sicurezza pubblica. Pertanto, il giudice non può limitarsi a valutare unilateralmente l'assenza di tali requisiti, ma deve esaminare attentamente tutti gli elementi fattuali, come l'estensione dell'area interessata, le difficoltà delle operazioni di spegnimento e la prossimità di abitazioni, al fine di accertare se il fuoco abbia effettivamente assunto i connotati di un incendio idoneo a integrare il delitto contestato. In presenza di fonti di prova che si prestano a valutazioni alternative, il giudice dell'udienza preliminare deve limitarsi a verificare se tale situazione possa essere superata attraverso gli approfondimenti del dibattimento, senza poter effettuare una complessa disamina del merito del materiale probatorio e formulare un giudizio definitivo sulla configurabilità del reato.