Cassazione penale Sez. V sentenza n. 50398 del 28 novembre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:50398PEN

Massima

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Il giudice, nel valutare la sussistenza del reato di diffamazione, deve tenere conto di tutti gli elementi fattuali rilevanti, anche se non espressamente dedotti dalle parti, che possano incidere sulla consapevolezza dell'imputato in ordine alla provenienza dello scritto ritenuto diffamatorio. In particolare, il giudice non può omettere di considerare il contesto relazionale tra l'imputato e la persona offesa, ove tale elemento risulti idoneo a rendere probabile che l'imputato abbia attribuito lo scritto anonimo alla persona offesa stessa, anche in presenza di altri dati, come la difformità grafica, che potrebbero indurre a conclusioni diverse. La motivazione della sentenza assolutoria che ometta tale valutazione risulta pertanto manifestamente illogica e carente, determinando l'annullamento con rinvio per un nuovo esame.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - rel. Consigliere

Dott. STANISLAO ((omissis)) - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 25/03/2015 del Giudice di pace di Roma;
visti gli atti, il provvedimento impugnato, il ricorso e la memoria depositata per l'imputato;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott.ssa DI NARDO Marilia, che ha concluso per l'inammissibilita' del ric…

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