Cassazione penale Sez. V sentenza n. 20808 del 22 maggio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:20808PEN

Massima

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Il reato di minaccia di cui all'art. 612 c.p. è un reato di pericolo che si configura con la semplice prospettazione di un male futuro ed ingiusto, la cui verificazione dipende dalla volontà dell'agente, senza che sia necessario l'effettivo intimorimento della persona offesa. Ai fini dell'integrazione del reato, è sufficiente che la condotta posta in essere dall'agente sia potenzialmente idonea ad incidere sulla libertà morale del soggetto passivo, mediante la prospettazione del pericolo che un male ingiusto deducibile dalla situazione contingente possa essergli cagionato, a prescindere dall'effettiva percezione di tale minaccia da parte della vittima.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giulian - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. PEZZULLO R. - rel. Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI FIRENZE;

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 45/2011 GIUDICE DI PACE di CECINA, del 07/02/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 25/02/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PEZZULLO ROSA;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. D'ANGELO Giovanni, che ha concluso pe…

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