Cassazione penale Sez. II sentenza n. 10549 del 10 marzo 2009

ECLI:IT:CASS:2009:10549PEN

Massima

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Il sequestro preventivo e la successiva confisca dei beni patrimoniali previsti dal D.L. n. 306/1992, art. 12-sexies, convertito in L. n. 356/1992, non sono subordinati all'accertamento di un nesso eziologico tra i reati tassativamente enunciati nella norma e i beni oggetto della cautela reale e del successivo provvedimento ablatorio, in quanto il legislatore ha operato una presunzione di accumulazione illecita del patrimonio, senza distinguere se tali beni siano o meno derivati dal reato per il quale si procede o è stata inflitta la condanna. Pertanto, non è necessaria la sussistenza di un nesso di pertinenzialità tra i beni e i reati ascritti all'imputato, essendo sufficiente un vincolo pertinenziale, di significato peculiare e più ampio, tra il bene e l'attività delittuosa facente capo al soggetto, connotato dalla mancanza di giustificazione circa la legittima provenienza del patrimonio nel possesso del soggetto nei confronti del quale sia stata pronunciata condanna o sia stata disposta l'applicazione della pena. La prova circa la sproporzione, rispetto alla capacità reddituale lecita del soggetto, del valore economico dei beni da confiscare grava sull'accusa, ma una volta fornita tale prova sussiste una presunzione relativa di illecita accumulazione patrimoniale che può essere superata solo da specifiche e verificate allegazioni dell'interessato. Il Tribunale del riesame o la Corte di Cassazione, nel verificare le condizioni di legittimità della misura cautelare, non possono anticipare la decisione di merito concernente la responsabilità della persona sottoposta ad indagini in ordine al reato oggetto di investigazione, ma devono limitarsi al controllo di compatibilità tra la fattispecie concreta e quella legale, rimanendo preclusa ogni valutazione riguardo alla sussistenza degli indizi di colpevolezza e alla gravità degli stessi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) MA. MA.;

avverso ORDINANZA del 18/09/2008 TRIB. LIBERTA' di CAGLIARI;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CHINDEMI DOMENICO;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. D'ANGELO Giovanni, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito il difensore avv. Fattaccio Gian Marco del Foro di Cagliari, che ha chiesto l'accoglimento del ricorso.

OSSERVA

1. Con ordi…

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