Cassazione penale Sez. V sentenza n. 36079 del 2 ottobre 2007

ECLI:IT:CASS:2007:36079PEN

Massima

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Il reato di lesioni personali volontarie commesso durante lo svolgimento di una competizione sportiva, quale il gioco del calcio, è punibile penalmente quando l'azione violenta travalica il rischio consentito e il dovere di lealtà sportiva, configurandosi come una condotta finalizzata a cagionare intenzionalmente lesioni all'avversario, anziché essere inserita nel contesto dell'attività agonistica. Il superamento del rischio consentito può essere desunto dalle modalità esecutive dell'azione, a prescindere dalla fase di gioco in cui essa si è verificata, essendo sufficiente che la gara costituisca solo l'occasione e il pretesto per una gratuita aggressione all'integrità fisica dell'antagonista. Pertanto, il giudice di merito, nel valutare la sussistenza del dolo o della colpa, deve accertare se la condotta lesiva, pur commessa durante lo svolgimento dell'attività sportiva, sia stata realizzata in violazione delle regole del gioco e con la consapevole intenzione di ledere l'avversario, ovvero se sia riconducibile a un'azione agonistica, ancorché eccessiva o sregolata, rientrante nel rischio consentito e accettato dai partecipanti. L'accertamento di tali elementi di fatto è rimesso al prudente apprezzamento del giudice di merito, la cui motivazione è sindacabile in sede di legittimità solo per vizi logici o manifesta illogicità. Analogamente, la determinazione equitativa del danno non patrimoniale, sia morale che biologico, rientra nel potere discrezionale del giudice di merito e non è censurabile in cassazione, salvo che non risulti priva di adeguata motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Magistrati:

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Presidente

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. SANDRELLI Gian Giacom - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto dal:

1) CA. Si., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 19/12/2006 CORTE APPELLO di VENEZIA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. VESSICHELLI Maria;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. FEBBRARO Giuseppe, che ha concluso per il rigetto;

Udito il difensore Avv. MARTINELLI G..

FATTO E DIRITTO

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