Cassazione penale Sez. V sentenza n. 31088 del 19 luglio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:31088PEN

Massima

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Il reato di minaccia di cui all'art. 612 c.p. richiede l'idoneità concreta della condotta a prospettare alla persona offesa un pericolo di danno ingiusto, individuabile come tale, non essendo sufficiente la mera genericità o indeterminatezza dell'espressione utilizzata, specie quando il contesto in cui essa si inserisce evidenzi la sussistenza di pregressi contrasti tra i soggetti coinvolti, tali da escludere ragionevolmente che la minaccia sia riferita all'ambito personale o familiare del destinatario. Pertanto, il giudice di merito, nel valutare la sussistenza del reato, deve tenere conto non solo della formulazione letterale della minaccia, ma anche del contesto fattuale in cui essa è stata pronunciata, al fine di accertare se la condotta sia stata effettivamente idonea a suscitare nella persona offesa un fondato timore di subire un danno ingiusto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZECCA Gaetani - Presidente

Dott. DE BERARDINIS S. - rel. Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. DE MARCHI ALBENGO P. G. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 7/2011 TRIB. SEZ. DIST. di CARBONIA, del 25/10/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 26/02/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SILVANA DE BERARDINIS;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. CESQUI Elisabetta che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN …

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