Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 43462 del 7 dicembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:43462PEN

Massima

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Il provvedimento cautelare personale, pur cessato, può essere oggetto di impugnazione da parte dell'indagato al fine di accertare la sussistenza delle condizioni di applicabilità delle misure previste dagli artt. 273 e 280 c.p.p., in quanto tale accertamento può costituire presupposto per il riconoscimento del diritto ad un'equa riparazione per la custodia cautelare ingiustamente subita. Tuttavia, l'interesse all'impugnazione deve essere attuale e concreto, non potendosi presumere automaticamente in capo all'indagato rimesso in libertà. Pertanto, in assenza di una espressa manifestazione di volontà dell'interessato di utilizzare la pronuncia ai fini della richiesta di equa riparazione, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse, non essendo sufficiente il mero interesse teorico all'esattezza del provvedimento impugnato, privo di incidenza pratica sulla economia del procedimento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo Presidente del 26/11/2 -

Dott. AGRO' Antonio Consigliere SENTE -

Dott. GRAMENDOLA Francesco Paolo Consigliere N. 1 -

Dott. ROTUNDO Vincenzo Consigliere REGISTRO GENER -

Dott. PAOLONI Giacomo Consigliere N. 33756/2 -

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Ma. Ca. , nato a (OMESSO);

avverso l'ordinanza in data 25-3-2010 del Tribunale di Torino, sezione 2 pena;

Visti gli atti, l'ordinanza impugnata ed il ricorso;

Udita la relazione fatta dal Consigliere, Dott. ROTUNDO Vincenzo;

Udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sost. Proc. Gen., dott.ssa…

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