Cassazione penale Sez. V sentenza n. 6560 del 9 febbraio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:6560PEN

Massima

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Il reato di ingiuria, previsto dall'art. 594 c.p., è stato abrogato dal D.Lgs. n. 7/2016, per cui il giudice penale non può più conoscere di tale fatto, né pronunciarsi sul risarcimento del danno derivante da esso, in quanto l'intervenuta depenalizzazione ha determinato il venir meno di ogni competenza del giudice penale. Tuttavia, la condanna per il reato di minaccia, di cui all'art. 612 c.p., è legittima, in quanto il delitto di minaccia sussiste quando l'atto intimidatorio è fine a sé stesso, essendo sufficiente che la condotta abbia attitudine a intimorire, a prescindere dall'indeterminatezza del male minacciato, purché questo sia ingiusto e possa essere dedotto dalla situazione contingente. Pertanto, la valutazione del tribunale circa l'idoneità minatoria della frase proferita dall'imputata, tenuto conto del contesto in cui è stata pronunciata, è conforme ai principi giurisprudenziali in materia.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SETTEMBRE Antonio - Presidente

Dott. GORJAN Sergio - Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico V. S. - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - rel. Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 19/11/2015 del TRIBUNALE di SALERNO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. GUARDIANO ALFREDO;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. ORSI LUIGI;
IL PG ANNULLAMENTO SENZA RINVIO PER IL REATO DI INGIURIA E INAMMISSIBILE NEL RESTO;
Udito il difensore;
SI DA' PER FATTA LA RELAZIONE;
L'AVV.TO DI PARTE CIVILE SI RIPORTA A…

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