Cassazione penale Sez. III sentenza n. 46591 del 11 ottobre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:46591PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il reato di cui all'art. 600-ter, comma 3, c.p. (distribuzione di materiale pedopornografico) si configura anche nel caso di utilizzo di programmi di file sharing che comportino l'acquisizione e la condivisione con altri utenti di file contenenti materiale pedopornografico, qualora emergano ulteriori elementi indicativi della volontà dell'agente di divulgare tale materiale, come la selezione e l'archiviazione del materiale in apposite cartelle, la presenza di dati identificativi della persona ritratta e l'invito alla diffusione, nonché il movente della ritorsione per la cessazione della relazione sentimentale. In tali casi, la valutazione degli indizi, che devono essere gravi, precisi e concordanti, consente di affermare la responsabilità dell'imputato anche in assenza di una prova diretta della divulgazione, essendo sufficiente la riconduzione della diffusione in rete degli spezzoni del video pedopornografico all'imputato sulla base di un quadro indiziario univoco. Inoltre, l'elemento soggettivo del reato può essere desunto dalla volontaria divulgazione del materiale, senza che sia necessario accertare la specifica volontà di diffonderlo a un numero indeterminato di persone.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROSI Elisabetta - Presidente

Dott. LIBERATI Giovanni - rel. Consigliere

Dott. GENTILI Andrei - Consigliere

Dott. SCARCELLA Alessio - Consigliere

Dott. CIRIELLO Antonella - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 18/2/2015 della Corte d'appello di Catanzaro;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Giovanni Liberati;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dr. Corasaniti Giuseppe, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 18 febbraio 2015 la Corte d'appello di Catanzaro ha confermato la sente…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.