L'Autorità per la Vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, nell'ambito dei poteri di vigilanza e controllo sul sistema di qualificazione delle imprese e sulla validità delle relative attestazioni rilasciate dalle SOA, è titolare del potere di annullare direttamente le attestazioni SOA qualora emerga che il loro rilascio sia avvenuto in assenza dei presupposti di legge, come nel caso in cui l'attestazione sia stata rilasciata sulla base di documentazione falsa o contenente dati difformi dalla realtà. Tale potere di annullamento diretto delle attestazioni SOA da parte dell'Autorità trova fondamento nella ratio legis sottesa all'istituzione della vigilanza sugli organismi di qualificazione, al fine di impedire che possano continuare a partecipare alle gare d'appalto pubbliche quelle imprese che abbiano ottenuto l'attestazione sulla base di presupposti insussistenti, frustrando così la finalità pubblica perseguita dal legislatore con la riforma del sistema di verifica della qualificazione delle imprese. Infatti, il solo ritiro dell'autorizzazione all'esercizio dell'attività nei confronti della SOA inadempiente non risulterebbe un rimedio efficace, poiché la cessazione dell'attività di una SOA implicherebbe il mero trasferimento ad un'altra delle attestazioni da essa rilasciate, senza incidere sulla validità di quelle già emesse. Pertanto, il potere di annullamento diretto delle attestazioni SOA da parte dell'Autorità, pur in assenza di una specifica previsione normativa, deve ritenersi implicito nei più ampi poteri di vigilanza e controllo ad essa attribuiti dalla legge, al fine di assicurare il rispetto del principio di legalità nell'ambito del sistema di qualificazione delle imprese.