Il diritto di superficie su immobili di edilizia economica e popolare, concesso ai sensi della legge n. 167 del 1962, può essere trasformato in diritto di proprietà su richiesta degli assegnatari, previo pagamento del corrispettivo determinato dall'amministrazione comunale. Tale trasformazione è una facoltà discrezionale dell'amministrazione, non un diritto soggettivo degli assegnatari. Pertanto, il ritardo o l'inerzia dell'amministrazione nel concludere il procedimento di trasformazione non comporta di per sé un danno risarcibile, in assenza della dimostrazione della spettanza definitiva del bene della vita e dell'imputabilità del ritardo a colpa o dolo dell'amministrazione. Inoltre, i danni derivanti da atti negoziali volontariamente compiuti dagli assegnatari in pendenza della trasformazione non possono essere imputati all'amministrazione. L'amministrazione può tuttavia essere legittimata a promuovere azioni giudiziarie per accertare l'eventuale esistenza di diritti reali di terzi sui fondi acquisiti, al fine di tutelare la propria posizione giuridica.