Cassazione penale Sez. II sentenza n. 25824 del 4 luglio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:25824PEN

Massima

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Il giudice di merito che applica la pena su richiesta delle parti, escludendo la sussistenza di cause di non punibilità di cui all'art. 129 c.p.p., può essere oggetto di controllo di legittimità in sede di ricorso per cassazione solo se dal testo della sentenza impugnata appaia evidente la sussistenza di tali cause. La richiesta di applicazione della pena e l'adesione alla pena proposta dall'altra parte integrano un negozio di natura processuale che, una volta perfezionato con la ratifica del giudice, non è revocabile unilateralmente, sicché la parte che vi ha dato origine o vi ha aderito, avendo rinunciato a far valere le proprie difese ed eccezioni, non è legittimata, in sede di ricorso per cassazione, a sostenere tesi concernenti la congruità della pena o la mancata concessione di benefici in contrasto con l'impostazione dell'accordo al quale le parti processuali sono addivenute.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

Dott. DI MARZIO Fabrizio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 14430/2011 TRIBUNALE di MILANO, del 23/12/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FABRIZIO DI MARZIO.

RITENUTO IN FATTO

1. (OMISSIS) ricorre avverso la sentenza in epigrafe con la quale gli e' stata applicata la pena concordata tra le parti, ex articolo 444 cod. proc. pen., e, chiedendone l'annullamento, deduce che il giudice avrebbe dovuto motivare in ordine alla mancata concessione del…

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