Cassazione penale Sez. I sentenza n. 23363 del 11 maggio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:23363PEN

Massima

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Il giudice dell'esecuzione, nel valutare la sussistenza del vincolo della continuazione tra più reati associativi, deve accertare la natura dei diversi sodalizi criminosi, la loro concreta operatività e la continuità nel tempo, avuto riguardo ai profili della contiguità temporale, dei programmi operativi perseguiti e del tipo di compagine che concorre alla loro formazione. Non è sufficiente la mera valutazione della natura permanente del reato associativo e dell'omogeneità del titolo di reato e delle condotte criminose, essendo necessaria una specifica indagine sulla persistenza e ininterrotta operatività del medesimo disegno criminoso. Pertanto, il riconoscimento della continuazione è escluso qualora, nonostante l'omogeneità del titolo di reato e delle condotte, emerga un significativo intervallo temporale tra i fatti giudicati e l'assenza di elementi che comprovino la perdurante e ininterrotta attività del sodalizio criminoso, trattandosi in tal caso di una nuova ricostituzione dello stesso e non della sua prosecuzione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. SARACENO ((omissis)) - Consigliere

Dott. MANCUSO ((omissis)) - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. APRILE Stefano - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS) il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 20 novembre 2015 pronunciata dalla Corte di appello di Catanzaro;
Visti gli atti, il provvedimento denunziato, il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. APRILE Stefano;
lette le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. ROMANO Giulio, che ha concluso per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvediment…

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