Il potere di ordinare la demolizione di opere edilizie abusive realizzate in assenza di titolo o in violazione di vincoli paesaggistici costituisce un potere vincolato e doveroso per l'amministrazione, che non richiede la previa comunicazione di avvio del procedimento ai sensi dell'art. 7 della legge n. 241/1990. L'ordinanza di demolizione è sufficientemente motivata con la sola descrizione delle opere abusive e delle ragioni della loro abusività, senza necessità di individuare un ulteriore interesse pubblico che giustifichi l'ordine di ripristino. La valutazione degli abusi edilizi e/o paesaggistici deve essere effettuata in maniera complessiva, considerando l'insieme degli interventi realizzati e il loro impatto sul territorio, senza un'analisi atomistica dei singoli interventi. Anche gli interventi qualificabili come manutenzione straordinaria, restauro, risanamento conservativo o realizzazione di pertinenze, se eseguiti in assenza di titolo su opere già abusive, ripetono l'illegittimità dell'opera principale e devono essere parimenti demoliti. L'accertamento postumo della compatibilità paesaggistica, previsto dall'art. 167, comma 4, lett. a), del D. Lgs. n. 42/2004, può essere effettuato solo su istanza di parte, senza che gravi sull'amministrazione un onere di previa verifica della sanabilità dell'opera nell'esercizio dei poteri di vigilanza e repressione degli illeciti edilizi.