L'ordinanza di demolizione di opere edilizie abusive realizzate in assenza di titolo edilizio e in zona sottoposta a vincolo paesaggistico è un provvedimento rigidamente vincolato, la cui adozione non richiede una puntuale motivazione sull'interesse pubblico alla demolizione o sulla proporzionalità del sacrificio imposto al privato. Infatti, una volta accertata la realizzazione di opere edilizie in assenza di titolo e in area vincolata, l'amministrazione è tenuta a disporne la demolizione ai sensi dell'art. 27 del D.P.R. n. 380/2001, a prescindere dalla natura del titolo edilizio mancante (permesso di costruire, SCIA o DIA) e dallo stato di avanzamento dei lavori (opere iniziate o ultimate). Tale obbligo di demolizione non viene meno per il solo fatto che sia stata presentata un'istanza di condono edilizio, in assenza dell'attivazione della specifica procedura prevista dall'art. 35, comma 13, della legge n. 47/1985, applicabile anche alle leggi di condono successive. Inoltre, il carattere pertinenziale dell'opera abusiva, in senso urbanistico, non può essere invocato per evitare la sanzione demolitoria, qualora le dimensioni e la consistenza del manufatto siano tali da comportare una visibile alterazione dell'edificio principale. Infine, l'obbligo di comunicazione di avvio del procedimento, previsto dalla legge n. 241/1990, non si applica ai provvedimenti sanzionatori in materia edilizia, considerato il loro carattere doveroso e vincolato.