Il provvedimento amministrativo di sospensione dell'attività imprenditoriale, adottato in esito a un'ispezione che abbia accertato la violazione della normativa a tutela del lavoro regolare, è soggetto al rispetto delle garanzie procedimentali di cui agli artt. 7, 8 e 10 della legge n. 241 del 1990, salvo i casi di effettiva e comprovata urgenza della misura che non tolleri ritardi nell'adozione. L'omissione di tali adempimenti procedimentali, finalizzati a consentire all'interessato di rappresentare le proprie ragioni prima dell'adozione del provvedimento, determina l'illegittimità dello stesso, non potendosi ritenere superata tale violazione sulla base della mera dimostrazione che il contenuto del provvedimento non sarebbe comunque potuto essere diverso. Infatti, la partecipazione del privato avrebbe potuto verosimilmente evitare l'adozione della misura sospensiva, come dimostrato dalla successiva revoca del provvedimento da parte della stessa amministrazione. La giurisdizione sulla controversia relativa a tale provvedimento spetta al giudice amministrativo, non rientrando essa nell'ambito della giurisdizione del giudice ordinario prevista dagli artt. 22 e 22-bis della legge n. 689 del 1981, limitata alle sole opposizioni avverso le ordinanze-ingiunzione di irrogazione di sanzioni amministrative pecuniarie.