Cassazione penale Sez. V sentenza n. 26610 del 2 luglio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:26610PEN

Massima

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Il reato di condizionamento della libera espressione del voto elettorale, di cui all'art. 97 del D.P.R. n. 361/1957, si configura con l'adozione di condotte violente o minacciose nei confronti dell'elettore, a prescindere dalle modalità utilizzate per rendere verificabile il successo dell'azione intimidatoria, le quali non integrano elementi costitutivi della fattispecie. Pertanto, l'irrilevanza della circostanza che il nome del candidato sia stato scritto sulla scheda con una sola "e" per consentire l'identificazione dell'elettore, anziché con la grafia indicata nell'imputazione, non esclude la responsabilità penale dell'imputato, qualora sia accertato che egli abbia effettivamente esercitato pressioni sul dipendente al fine di condizionarne il voto. La valutazione della sussistenza e della valenza minacciosa di tali pressioni rientra nell'ambito del merito, non sindacabile in sede di legittimità, ove la motivazione della sentenza di merito risulti logica e priva di vizi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. SANDRELLI Giangiacomo - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) RA. CA. DA. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 12/07/2007 CORTE APPELLO di POTENZA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. SCALERA VITO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Sostituto Dott. Giovanni D'Angelo, che chiede dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA

1.- Ra. Ca. Da. ricorre avverso …

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