Cassazione penale Sez. V sentenza n. 28386 del 12 ottobre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:28386PEN

Massima

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Il reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso si configura quando sussistono un vincolo associativo tendenzialmente permanente o stabile, un programma criminoso indeterminato e una struttura organizzativa, anche rudimentale, idonea a realizzare gli obiettivi illeciti. Tali elementi possono essere desunti da una pluralità di indizi gravi, precisi e concordanti, tra cui le dichiarazioni di collaboratori di giustizia, il sequestro di "pizzini", le intercettazioni che rivelino una rigida gerarchia, una contabilità comune e la distribuzione dei proventi illeciti, nonché la disponibilità di armi e la capacità di intimidazione e controllo del territorio. Il ruolo di partecipante all'associazione mafiosa può essere attribuito a chi si trovi in rapporto di stabile e organica compenetrazione con il tessuto organizzativo del sodalizio, svolgendo un ruolo dinamico e funzionale, come desumibile da indicatori fattuali quali i comportamenti tenuti nelle pregresse fasi di "osservazione" e "prova", l'affiliazione rituale, la commissione di delitti-scopo e i "facta concludentia". Anche il legame di parentela o affinità tra i partecipi può costituire elemento indiziante, purché accertata l'esistenza di un'organizzazione delinquenziale a base familiare e una non occasionale attività criminosa degli esponenti della stessa famiglia nell'interesse del sodalizio. Quanto al profilo cautelare, per le associazioni mafiose "storiche" o comunque caratterizzate da particolare stabilità, il solo decorso del tempo non può far ritenere venuto meno il requisito dell'attualità delle esigenze cautelari, in assenza di elementi che incidano sul quadro indiziario e sulla pericolosità sociale dell'indagato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico V. - Consigliere

Dott. BELMONTE M. T. - rel. Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 06/03/2020 del TRIB. LIBERTA' di LECCE;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. MARIA TERESA BELMONTE;
lette/sentite le conclusioni del PG Dott. LIGNOLA FERDINANDO;
udito il difensore.
RITENUTO IN FATTO
1.Con la ordinanza impugnata, il Tribunale di Lecce ha rigettato il riesame proposto avverso l'ordinanza del Giudice per le indagini preliminari di quella stessa citta', che aveva applicato a (OMISSIS) la misura …

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