Il possesso di una somma di denaro in contanti, non giustificata dall'imputato, costituisce chiaro provento dell'attività illecita di spaccio di sostanze stupefacenti, legittimando la confisca del denaro ai sensi dell'art. 240 c.p. anche nel caso di sentenza di patteggiamento. Il giudice è tenuto a motivare adeguatamente, seppure in modo succinto, le ragioni per le quali ritiene di dover disporre la confisca di specifici beni sottoposti a sequestro, ovvero, in subordine, quelle per cui non ritiene attendibili le giustificazioni eventualmente addotte in ordine alla provenienza del denaro o dei beni confiscati. L'obbligo di motivazione della sentenza di patteggiamento non può essere conformato alla particolare natura giuridica di tale istituto, per cui il giudizio negativo circa la ricorrenza di una causa di non punibilità di cui all'art. 129 c.p.p. deve essere accompagnato da una specifica motivazione solo nel caso in cui dagli atti o dalle deduzioni delle parti emergano concreti elementi circa la possibile applicazione di tali cause, dovendo invece ritenersi sufficiente, in caso contrario, una motivazione consistente nella enunciazione, anche implicita, che è stata compiuta la verifica richiesta dalla legge e che non ricorrono le condizioni per la pronuncia di proscioglimento.