Cassazione penale Sez. V sentenza n. 18908 del 5 maggio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:18908PEN

Massima

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Il falso in scrittura privata, già previsto e punito dall'art. 485 c.p., non costituisce più reato a seguito dell'abrogazione di tale fattispecie ad opera del D.Lgs. 15 gennaio 2016, n. 7. Tuttavia, l'utilizzo o il lasciare che altri faccia uso di una scrittura privata falsamente formata o alterata, che arrechi ad altri un danno, integra un nuovo illecito civile sanzionato con una pena pecuniaria, ai sensi dell'art. 4, comma 4, lett. a), del medesimo decreto legislativo. Il giudice competente a conoscere dell'azione di risarcimento del danno decide sull'applicazione della sanzione pecuniaria civile al termine del giudizio, qualora accolga la domanda di risarcimento proposta dalla persona offesa. Pertanto, in assenza di una domanda risarcitoria, non può essere irrogata la sanzione pecuniaria civile, essendo venuta meno la rilevanza penale della condotta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico - rel. Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 67/2015 CORTE APPELLO di TRIESTE, del 18/03/2015;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 02/03/2016 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ENRICO VITTORIO STANISLAO SCARLINI;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. CORASANITI Giuseppe che ha concluso per l'inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO
1 - Con sentenza del 18 marzo 2015 la Corte di appello di Trieste, in parziale riforma della sentenza…

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