Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso l'ordinanza di sgombero di un alloggio di servizio facente parte del patrimonio indisponibile del Comune, occupato sine titulo dalla ricorrente e dal suo nucleo familiare, afferma che: 1. L'ordinanza di sgombero di un immobile appartenente al patrimonio indisponibile del Comune rientra nella competenza del dirigente del servizio comunale competente in materia di politiche abitative, in applicazione del principio di distinzione tra funzioni di indirizzo politico-amministrativo, riservate agli organi di governo dell'ente, e funzioni di gestione amministrativa, devolute alla competenza dei dirigenti ai sensi dell'art. 107 del d.lgs. n. 267/2000. Pertanto, l'ordinanza impugnata, essendo espressione dell'autotutela esecutiva di cui all'art. 822 c.c. finalizzata a preservare l'integrità dei beni di proprietà comunale, è stata legittimamente adottata dal dirigente competente, senza che possa configurarsi una carenza di potere per essere stata emessa da un soggetto diverso dal Sindaco. 2. La morosità nell'indennità di occupazione abusiva di un immobile pubblico non costituisce presupposto per l'adozione del provvedimento di sgombero, ma ne rappresenta piuttosto una conseguenza, sicché la corretta determinazione del suo ammontare non incide sulla legittimità dello sgombero, il quale trova fondamento nell'occupazione sine titulo dell'alloggio. 3. In assenza di prova contraria da parte della ricorrente, deve ritenersi fondata la quantificazione della morosità indicata nel provvedimento impugnato, non potendo essere accolta la mera contestazione generica del suo ammontare. Pertanto, il ricorso avverso l'ordinanza di sgombero deve essere respinto.