Cassazione penale Sez. I sentenza n. 39559 del 12 ottobre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:39559PEN

Massima

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La pericolosità sociale, ai fini dell'applicazione di una misura di sicurezza, va desunta dalle circostanze indicate nell'art. 133 c.p. e non può essere confusa con l'attualità della commissione di nuovi reati. Il giudice ha l'onere di verificare direttamente, al momento in cui la misura deve essere applicata, la persistenza di quella particolare caratterizzazione della personalità dell'imputato che determina la sua pericolosità, intesa come accentuata possibilità di commettere in futuro altri reati. Pertanto, il giudizio di pericolosità sociale può essere correttamente espresso sulla base dell'esame della personalità del soggetto e della continua commissione di innumerevoli, gravi reati, senza che sia necessario attendere l'accertamento di nuovi fatti reato, essendo sufficiente la valutazione di elementi e circostanze relativi alla pregressa condotta criminosa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. BONITO Francesco - rel. Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) DA. AU. , N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 4611/2008 TRIB. SORVEGLIANZA di MILANO, depositata il 22/01/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FRANCESCO MARIA SILVIO BONITO;

lette le conclusioni del PG Dr. Dott. GIALANELLA Antonio, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.

La Corte:

OSSERVA IN FATTO ED IN DIRITTO

1. Con ordinanza del 22.01.…

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