Il medico e la struttura sanitaria presso cui il paziente è ricoverato hanno l'obbligo di assicurare un'adeguata e tempestiva assistenza, in particolare in presenza di condizioni di salute precarie e di eventi traumatici che possano comportare gravi conseguenze. Qualora il medico e la struttura non adempiano a tale obbligo, omettendo gli accertamenti e gli interventi necessari, e ciò abbia inciso causalmente sull'evoluzione dell'evento lesivo e sul decesso del paziente, essi rispondono dei danni conseguenti, anche se non è certo che il paziente sarebbe sopravvissuto nonostante un tempestivo e appropriato trattamento. Infatti, la mancata prova della sopravvivenza del paziente non esclude la responsabilità per l'inadempimento dell'obbligo di diligenza, qualora sia accertato che tale inadempimento abbia inciso causalmente sull'evento letale. In tali casi, il nesso di causalità tra la condotta omissiva e il decesso del paziente deve essere valutato secondo il criterio della probabilità prevalente, senza che sia necessario raggiungere la certezza della sopravvivenza. Pertanto, la struttura sanitaria e il medico che vi opera sono responsabili per i danni conseguenti al decesso del paziente, qualora non abbiano assicurato l'adeguata e tempestiva assistenza richiesta dalle condizioni di salute e dall'evento traumatico occorso, anche in assenza della prova certa che il paziente sarebbe sopravvissuto con un tempestivo e appropriato trattamento.