Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 14240 del 13 aprile 2012

ECLI:IT:CASS:2012:14240PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare il ricorso avverso l'ordinanza di applicazione di misura cautelare personale, è tenuto a verificare la congruenza della motivazione del provvedimento impugnato in relazione alla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari, senza poter sindacare la ricostruzione dei fatti o la diversa valutazione delle circostanze effettuata dal giudice di merito. Il ricorso per cassazione è ammissibile solo se denuncia la violazione di specifiche norme di legge ovvero la manifesta illogicità della motivazione secondo i canoni della logica e i principi di diritto, non anche quando propone censure che si risolvano in una mera prospettazione di letture alternative dei dati acquisiti, già unitariamente apprezzati e ragionevolmente correlati dal giudice della cautela. In particolare, la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza può essere desunta dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, ritenuto dotato di attendibilità intrinseca ed estrinseca, le quali trovino riscontro negli sviluppi delle indagini e negli altri elementi probatori acquisiti, senza che assumano rilievo le censure difensive volte a mettere in discussione la credibilità del dichiarante o a prospettare spiegazioni alternative dei fatti. Analogamente, la valutazione delle esigenze cautelari, in presenza di una presunzione di pericolosità sociale, non può essere superata sulla base di meri dati astratti, essendo necessario l'accertamento di elementi concreti idonei a dimostrare il venir meno di tali esigenze.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SERPICO Francesco - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - rel. Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza 11 gennaio 2012 del Tribunale di Palermo, che ha respinto il riesame contro l'ordinanza 17 dicembre 2011 dei G.I.P. presso il Tribunale di Palermo, di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere;

Visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso.

Udita la relazione fatta dal ((omissis)).

Sentito il Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore…

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