Cassazione penale Sez. II sentenza n. 5533 del 4 febbraio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:5533PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel sindacare la motivazione della sentenza di merito, non può sostituire la propria valutazione delle prove a quella compiuta dal giudice di merito, essendo il suo controllo limitato alla verifica della coerenza logica e della ragionevolezza delle argomentazioni utilizzate, senza poter riesaminare il merito della ricostruzione fattuale operata dal giudice di appello. Pertanto, il ricorso per cassazione che si limiti a riproporre una diversa lettura delle risultanze probatorie, senza evidenziare specifici vizi logici o giuridici della motivazione, è inammissibile. Il giudice di merito, nel valutare la credibilità delle parti e la ricostruzione dei fatti, può legittimamente privilegiare la versione della persona offesa, ritenuta più plausibile e coerente con gli elementi documentali acquisiti, rispetto a quella dell'imputato, senza incorrere in vizi logici o giuridici censurabili in sede di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenico - Presidente

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. LOMBARDO Luigi - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - est. Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), n. a (OMISSIS), rappresentato e assistito dall'avv. (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 6476/2012 della Corte d'Appello di Milano, quarta sezione penale, in data 12.03.2013; rilevata la regolarita' degli avvisi di rito;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

sentita la relazione della causa fatta dal Consigliere Dott. ((omissis));

udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale Dott. ((omissis)), il quale ha conc…

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