Cassazione penale Sez. III sentenza n. 12236 del 24 marzo 2015

ECLI:IT:CASS:2015:12236PEN

Massima

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Il reato di detenzione di materiale pedopornografico di cui all'art. 600-quater c.p. si configura con la mera consapevole detenzione di tale materiale, a prescindere dalle modalità di acquisizione, essendo irrilevante che il soggetto agente abbia o meno effettuato una ricerca mirata. La responsabilità penale può essere desunta anche da elementi indiziari, quali le dichiarazioni dell'imputato che ammettano la possibilità di una ricerca mirata, l'assenza di prova circa la permanenza dell'imputato fuori dalla propria abitazione al momento del download del file, nonché la mancata produzione di documentazione idonea a dimostrare l'alibi. In tali ipotesi, il giudice di merito può legittimamente ritenere provata la consapevolezza della detenzione del materiale illecito sulla base di una valutazione complessiva degli elementi di fatto, senza incorrere in vizi logici o di motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MANNINO Saverio - Presidente

Dott. AMORESANO Silvio - Consigliere

Dott. RAMACCI Luca - rel. Consigliere

Dott. ACETO Aldo - Consigliere

Dott. GENTILI Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 958/2012 CORTE APPELLO SEZ. DIST. di TARANTO, del 29/05/2014;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 27/02/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. RAMACCI LUCA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. IZZO G., che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

Udito il difensore Avv. (OMISSIS) di Traranto.

RITENUTO IN FATTO

1. La Corte di appe…

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