Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 49775 del 29 dicembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:49775PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il contributo del singolo partecipante all'associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, anche se limitato nel tempo, può essere ritenuto rilevante ai fini della configurazione del reato associativo, purché emerga dalla complessiva attività svolta dal soggetto la sua stabile partecipazione all'interno del sodalizio criminoso e il suo apporto al perseguimento delle finalità illecite comuni, senza che sia necessario dimostrare un ruolo apicale o di particolare rilievo all'interno dell'organizzazione. Il pericolo di recidiva, che giustifica l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, può essere desunto dalla natura del reato associativo, dalle modalità della condotta, dalla pericolosità del soggetto e dalla sua partecipazione a un'associazione criminale dedita in modo sistematico e professionale al traffico di stupefacenti, anche in assenza di precedenti specifici, atteso il carattere permanente del delitto associativo. L'esclusione del beneficio della sospensione condizionale della pena può essere motivata in relazione alla gravità degli episodi contestati, alla natura sistematica e professionale dell'attività di spaccio, alla facilità di procurarsi le sostanze stupefacenti e all'abilità dimostrata nell'eludere i controlli di polizia, nonché ai precedenti penali del soggetto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MANNINO ((omissis)) - Presidente

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Fr. Co. , nato il (OMESSO);

contro l'ordinanza 21 maggio 2009 (erroneamente indicata come emessa il 21 maggio 2007) del Tribunale del riesame di Bari che, in accoglimento dell'appello del P.M., gli ha applicato la custodia cautelare in carcere, in riforma dell'ordinanza 11 febbraio 2008 del G.I.P. del Tribunale di Bari, nella parte in cui questa aveva invece rigettato la richiesta cautelare, limitatamente al capo di imputaz…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.