Tribunale Amministrativo Regionale Veneto - Venezia sentenza n. 149 del 2019

ECLI:IT:TARVEN:2019:149SENT

Massima

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Il Comune, una volta riconosciuta l'illegittimità del provvedimento di acquisizione gratuita dei manufatti abusivi per non aver previamente valutato l'istanza di proroga del termine assegnato per l'esecuzione delle demolizioni, non può ritenere tale termine già spirato e procedere a una nuova acquisizione. Infatti, quando i ricorrenti hanno presentato l'istanza di proroga, erano nelle condizioni di fruire di un congruo intervallo di tempo per poter eseguire l'ordine di demolizione anche in caso di diniego della proroga. L'aver respinto l'istanza di proroga contestualmente alla revoca del primo provvedimento di acquisizione e all'adozione di un nuovo provvedimento di acquisizione, ha di fatto privato i ricorrenti della possibilità di eseguire le demolizioni o di presentare un'istanza di sanatoria. In una fattispecie come quella in esame, il Comune, dopo aver annullato in autotutela il provvedimento di acquisizione, avrebbe dovuto comunque assegnare ai ricorrenti un termine per l'esecuzione spontanea delle demolizioni quantomeno corrispondente a quello originario, anche in caso di rigetto della proroga, in modo da non pregiudicare i ricorrenti per aver esercitato una facoltà di legge. Inoltre, il diniego di proroga del termine per l'esecuzione delle demolizioni, motivato con riferimento alla mancanza del certificato di agibilità e della mancata allegazione di cause sopravvenute o di forza maggiore, è carente di motivazione, in quanto la questione dell'agibilità è ininfluente rispetto al problema della prorogabilità o meno del termine, e il Comune, a fronte delle conseguenze fortemente afflittive di carattere ablatorio conseguenti all'inottemperanza dell'ordine di demolizione, è tenuto a tenere in adeguata considerazione le esigenze dell'interessato che, nel caso di specie, non impugnando l'ordinanza di demolizione e con apposite dichiarazioni, ha manifestato la volontà di adempiere chiedendo una rimodulazione dei termini assegnati per salvaguardare gli impianti dell'attività produttiva. Inoltre, la domanda di rilascio del permesso di costruire presentata dai ricorrenti, con la quale viene chiesta la sanatoria della platea di cemento e la possibilità di eseguire opere volte alla conformazione dei manufatti rispetto alle contestazioni del Comune con riguardo alle difformità dai titoli edilizi rilasciati, non può essere considerata inammissibile, in quanto la stessa è stata proposta entro il termine assegnato dall'ordinanza cautelare e la sanatoria è stata chiesta solamente per la platea in cemento che non è parte degli altri organismi edilizi, è suscettibile di essere utilizzata indipendentemente dagli stessi, ed è fruibile senza l'esecuzione di ulteriori interventi, e può pertanto essere oggetto di valutazione ai fini di un'eventuale sanatoria.

Sentenza completa

Pubblicato il 04/02/2019

N. 00149/2019 REG.PROV.COLL.

N. 00285/2017 REG.RIC.

N. 00878/2017 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto

(Sezione Seconda)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 285 del 2017, proposto da
((omissis)) e ((omissis)), rappresentati e difesi dall'avvocato ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso il suo studio in Verona, via Provolo, 26;

contro

Comune di Monteforte D'Alpone, in persona del Sindaco pro tempore, rappresentato e difeso dagli avvocati Attilio R. Gastaldello e ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso lo studio del secondo in Venezia, San Polo 2988;

sul ricorso numero di registro generale 878 del…

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