Il reato di uso di atto falso (art. 489 c.p.) sussiste anche quando la falsificazione del documento non è punibile perché commessa all'estero, in assenza della richiesta del Ministro della Giustizia ex art. 10 c.p., e l'agente abbia fatto uso dell'atto falso nel territorio dello Stato. Ciò in quanto la clausola di sussidiarietà della fattispecie di uso di atto falso opera solo nel caso di concreta punibilità del concorso dell'utilizzatore nella contraffazione, non quando quest'ultima non è punibile per difetto di procedibilità. Pertanto, il reato di uso di atto falso è integrato anche quando la falsificazione non è punibile per essere stata commessa all'estero, in assenza della condizione di procedibilità, e l'agente abbia utilizzato il documento falso in Italia. L'interesse del ricorrente a ottenere una diversa qualificazione giuridica del fatto, senza incidere sulla pena inflitta, è ritenuto meramente formale e, pertanto, inammissibile.