Il provvedimento di inammissibilità dell'appello, pronunciato ai sensi dell'art. 348-bis c.p.c. per mancanza di ragionevole probabilità di accoglimento, determina il consolidamento della sentenza di primo grado, che diviene definitiva e non più impugnabile, salvo i motivi di cui all'art. 360, comma 1, nn. 1), 2), 3) e 4) c.p.c. In tale ipotesi, il ricorso per cassazione avverso la sentenza di primo grado deve contenere l'integrale trascrizione della motivazione dell'ordinanza di inammissibilità dell'appello e dei motivi di quest'ultimo, al fine di dimostrare che sulle questioni rese oggetto del giudizio di legittimità non si sia formato alcun giudicato interno. L'omissione di tali elementi essenziali comporta l'inammissibilità del ricorso per cassazione, in quanto viola il principio di autosufficienza dello stesso, sancito dall'art. 366 c.p.c., nn. 3 e 6. Tali formalità, pur rigorose, rispondono ad esigenze di ordine pubblico processuale, finalizzate a contenere l'accesso indiscriminato alla Corte di Cassazione, a tutela del suo ruolo nomofilattico e della sua funzionalità.