Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il ricorso per cassazione avverso le decisioni del Consiglio di Stato, ai sensi dell'articolo 111 Cost., comma 8 e dell'articolo 362 c.p.c. e articolo 110 cod. proc. amm., è ammesso solo per i motivi inerenti alla giurisdizione, ossia nei casi di difetto assoluto di giurisdizione, quando il Consiglio di Stato affermi la propria giurisdizione nella sfera riservata al legislatore o all'amministrazione (invasione o sconfinamento), oppure la neghi sull'erroneo presupposto che la materia non possa formare oggetto, in via assoluta, di cognizione giurisdizionale (arretramento), nonché nei casi di difetto relativo di giurisdizione, quando il giudice amministrativo affermi la propria giurisdizione su materia attribuita ad altra giurisdizione o, al contrario, la neghi sull'erroneo presupposto che appartenga ad altri giudici. Non sono, invece, ammissibili censure relative a questioni di merito attinenti all'interpretazione di norme e all'applicazione di principi ordinamentali, che rappresentano il proprium della funzione giurisdizionale e non possono integrare la violazione dei limiti esterni della giurisdizione da parte del giudice amministrativo, essendo escluso il sindacato della Corte di Cassazione sugli errores in iudicando o in procedendo commessi dal Consiglio di Stato nell'esercizio della propria giurisdizione.