Cassazione penale Sez. V sentenza n. 36021 del 19 settembre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:36021PEN

Massima

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Il reato di diffamazione mediante scritto indirizzato a terzi, anche se motivato dalla pretesa ingiustizia di un fatto subito, non è giustificato dalle esimenti di cui agli artt. 598 e 599 c.p. quando il contenuto dello scritto risulti intrinsecamente lesivo della reputazione altrui, senza che sia necessario accertare la fondatezza della pretesa ingiustizia lamentata dall'autore della condotta diffamatoria. Infatti, il diritto di critica e di denuncia non può essere esercitato in modo smodato e con l'utilizzo di espressioni offensive e gratuitamente diffamatorie, a prescindere dalla veridicità o meno dei fatti esposti, dovendosi sempre contemperare il diritto alla libera manifestazione del pensiero con il diritto alla reputazione altrui. Pertanto, la mera genericità della richiesta di integrazione probatoria volta a dimostrare la pretesa ingiustizia del fatto non è sufficiente a giustificare l'accoglimento della stessa, in assenza di una specifica indicazione degli elementi di prova da assumere e della loro rilevanza ai fini della decisione, quando il materiale probatorio già acquisito risulti comunque idoneo a sostenere il giudizio di responsabilità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Avv. SALVATORE MARIO SERGIO, il 26.6.2007, difensore di TE. Ge., nato a (OMESSO) il (OMESSO);

avverso la sentenza del Tribunale di Lecce del 24 aprile 2007;

Letto il ricorso e la sentenza impugnata;

Letta la memoria difensiva depositata dall'avv. MELISSANO Franco, in favore della parte civile avv. Sa. Fu.;

Sentita la relazione del Consigliere Dott. BRUNO Paolo Antonio;

Udite le conclusioni d…

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