Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 10615 del 24 marzo 2022

ECLI:IT:CASS:2022:10615PEN

Massima

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Il dipendente di Poste Italiane S.p.A. che si appropria di somme di denaro afferenti al risparmio postale, gestito attraverso libretti di risparmio postale e buoni postali fruttiferi, riveste la qualifica di incaricato di pubblico servizio e la sua condotta integra il delitto di peculato, in quanto l'attività di raccolta del risparmio postale, pur essendo svolta da una società di diritto privato, presenta connotazioni pubblicistiche in ragione della sua strumentalità al perseguimento dei compiti istituzionali assegnati per legge a Poste Italiane S.p.A., nonché delle particolari caratteristiche e condizioni dei libretti di risparmio postale e dei buoni postali fruttiferi, quali strumenti di risparmio prudenziale assistiti dalla garanzia dello Stato e che presuppongono l'immediata liquidabilità dell'investimento senza perdite in conto capitale. Pertanto, il peculato si configura anche quando il soggetto agente, pur non rivestendo la qualifica formale di pubblico ufficiale, svolge attività di pubblico interesse e gestisce denaro pubblico, come nel caso della raccolta del risparmio postale effettuata per conto di Poste Italiane S.p.A. La giurisprudenza di legittimità è oramai pacificamente orientata in tal senso, avendo costantemente affermato che l'attività di raccolta del risparmio postale, contemplata dal d.P.R. n. 144 del 2002, art. 2, comma 1, lett. b), ed effettuata per conto di Poste Italiane S.p.A., ha natura pubblicistica, a prescindere dalla natura privata di tale società. Ciò in ragione della peculiare disciplina che caratterizza il risparmio postale, quale servizio di interesse economico generale, della diretta ed esclusiva strumentalità dei fondi raccolti al perseguimento dei compiti istituzionali assegnati per legge a Poste Italiane S.p.A., nonché delle particolari caratteristiche e condizioni dei libretti di risparmio postale e dei buoni postali fruttiferi, strumenti di risparmio prudenziale assistiti dalla garanzia dello Stato e che presuppongono l'immediata liquidabilità dell'investimento senza perdite in conto capitale. Pertanto, il dipendente di Poste Italiane S.p.A. che si appropri di somme di denaro afferenti al risparmio postale, gestito attraverso libretti di risparmio postale e buoni postali fruttiferi, riveste la qualifica di incaricato di pubblico servizio e la sua condotta integra il delitto di peculato, a prescindere dalla natura privata della società per la quale opera.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Presidente

Dott. GIORDANO Anna - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - rel. Consigliere

Dott. APRILE Stefano - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 10/03/2021 della Corte di appello di Genova;
visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. ((omissis));
lette le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. ((omissis)), che ha concluso chiedendo che il ricorso sia accolto limitatamente ai reati di falso con l'annullamento con rinvio e rigettato nel resto;
lette le conclusioni dell…

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