Cassazione penale Sez. II sentenza n. 43156 del 15 ottobre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:43156PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel sindacare l'ordinanza del tribunale del riesame sui provvedimenti restrittivi della libertà personale, è tenuto a verificare esclusivamente la congruità e la logicità dell'apparato argomentativo che collega gli indizi di colpevolezza al giudizio di probabile colpevolezza dell'indagato, senza poter riesaminare nel merito gli elementi fattuali e probatori valutati dal giudice di merito. Il controllo di legittimità è quindi circoscritto all'esame dell'atto impugnato al fine di accertare la presenza di due requisiti: l'esposizione delle ragioni giuridicamente significative che hanno determinato il provvedimento e l'assenza di evidenti illogicità nelle argomentazioni. Pertanto, il ricorso per cassazione non può essere fondato su pretese manchevolezze o illogicità motivazionali del provvedimento del tribunale del riesame, rispetto a elementi o argomentazioni difensive in fatto, qualora non risulti in alcun modo dimostrata la loro rappresentazione al suddetto tribunale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. IANNELLI Vincenzo - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

Dott. DI MARZIO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) nato il (OMISSIS);

avverso la ordinanza del Tribunale della liberta' di Lecce del 18 aprile 2014;

Sentita la relazione della causa fatta dal consigliere Dott. DI MARZIO Fabrizio;

udite le conclusioni del sostituto procuratore generale Dott. ANIELLO Roberto, sulla inammissibilita' del ricorso;

udito il difensore del ricorrente, avv. (OMISSIS), il quale ha chiesto accogliersi il ricorso.

RITENUTO IN FATTO

(OMISSIS) ricorre avverso l&…

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