L'Amministrazione è tenuta a pronunciarsi espressamente e nel termine perentorio previsto dalla legge sulle istanze di valutazione di impatto ambientale presentate dai privati, a pena di configurazione del silenzio-inadempimento. Il mancato rispetto del termine di conclusione del procedimento di valutazione di impatto ambientale, fissato in centocinquanta giorni dalla presentazione dell'istanza ai sensi dell'art. 26 del d.lgs. n. 152/2006, determina l'obbligo per l'Amministrazione competente di adottare un provvedimento espresso sulla domanda, entro un ulteriore termine assegnato dal giudice amministrativo. Tale obbligo di provvedere espressamente, nel rispetto dei termini di legge, costituisce un principio fondamentale della materia, non derogabile dalle Regioni e dagli enti delegati, in quanto volto a garantire la certezza dei tempi di conclusione del procedimento e la tutela dell'affidamento del privato istante. Il mancato rispetto del termine perentorio di conclusione del procedimento di valutazione di impatto ambientale integra gli estremi del silenzio-inadempimento, legittimando il privato a proporre il relativo ricorso giurisdizionale per ottenere l'adozione del provvedimento finale. In tali casi, il giudice amministrativo, accertata la sussistenza dei presupposti di ammissibilità del rito, è tenuto ad ordinare all'Amministrazione di provvedere entro un termine perentorio, al fine di assicurare la conclusione del procedimento e la tutela dell'interesse del privato.