Il vincolo di inedificabilità previsto dalla legge n. 220/1957 per la fascia di rispetto della cinta muraria del Parco Archeologico di Paestum non si limita ai soli fabbricati in muratura, ma si estende a qualsiasi opera che possa arrecare pregiudizio allo stato e alla godibilità del bene culturale tutelato. La valutazione di compatibilità paesaggistica spetta alla Soprintendenza, la quale deve motivare in modo puntuale e analitico le ragioni del diniego, senza poter essere sostituita dal giudice nell'esercizio di tale discrezionalità tecnica, salvo che non emerga una palese illogicità o contraddittorietà della decisione. Il Protocollo d'Intesa tra Ministero e Comune, pur avendo valore programmatico, non può derogare alla tutela paesaggistica e culturale prevista dalla legge, dovendo le future iniziative rispettare il quadro normativo vigente. La realizzazione di un parcheggio di notevoli dimensioni nell'area tutelata, anche se con opere reversibili, può determinare un pregiudizio irreversibile alla percezione e alla godibilità del bene culturale, compromettendo l'unitarietà e la continuità morfologica del contesto paesaggistico circostante, e pertanto può essere legittimamente vietata dalla Soprintendenza.