Cassazione penale Sez. I sentenza n. 40719 del 13 settembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:40719PEN

Massima

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La legittima difesa, quale causa di giustificazione, presuppone la sussistenza di una situazione di pericolo attuale ed ingiusto, tale da determinare una reazione proporzionata e necessaria per respingere l'aggressione. Essa non opera quando il pericolo sia stato volontariamente causato dal soggetto che intende avvalersene, né quando esistano alternative lecite per evitare o scongiurare l'offesa. La valutazione circa la sussistenza dei presupposti della legittima difesa deve fondarsi su elementi oggettivi e non può basarsi esclusivamente sullo stato d'animo soggettivo dell'agente. Inoltre, la reazione difensiva deve essere proporzionata all'offesa e l'unico mezzo possibile per evitare il pericolo, senza che sia sufficiente la mera finalità di intimidire l'aggressore. Infine, la legittima difesa non opera quando il pericolo sia stato volontariamente causato dal soggetto che intende avvalersene, né quando esistano alternative lecite per evitare o scongiurare l'offesa, come il ricorso alle autorità competenti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BONITO F. Maria S. - Presidente

Dott. MANCUSO Luigi Fabrizio - Consigliere

Dott. ESPOSITO Aldo - rel. Consigliere

Dott. CENTOFANTI Francesco - Consigliere

Dott. BARONE Luigi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), n. il (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 261/2014 della CORTE DI APPELLO DI BOLOGNA del 20/12/2016;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. Aldo Esposito;
udite le conclusioni del Procuratore generale, in persona della Dott.ssa PICARDI Antonietta, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO
1. Con sentenza del 20/12/2016 la Corte di appello di Bolog…

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