Il rilascio del permesso di costruire in sanatoria ai sensi della legge n. 47/1985 non può essere negato sulla base di un mero rilievo di carenza di titolarità dell'area da parte del richiedente, ove questi abbia fornito plausibili deduzioni e idonea documentazione a supporto della propria legittimazione, senza che l'amministrazione abbia previamente esperito un'adeguata istruttoria finalizzata a verificare con certezza la titolarità del bene. In tal caso, il provvedimento di diniego risulta carente di presupposti e insufficientemente motivato, in violazione dei principi di correttezza e buona amministrazione, nonché del giusto procedimento di cui agli artt. 7 e 8 della legge n. 241/1990. L'amministrazione, pertanto, è tenuta a riesaminare la domanda di condono, accertando la sussistenza dei presupposti di fatto e di diritto per il rilascio del titolo edilizio in sanatoria, senza poter opporre un mero rilievo di carenza di titolarità non adeguatamente verificato in contraddittorio con l'interessato.