Cassazione penale Sez. I sentenza n. 12553 del 20 aprile 2020

ECLI:IT:CASS:2020:12553PEN

Massima

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Il giudice di sorveglianza, nel valutare l'attuale pericolosità sociale di un condannato al termine dell'esecuzione della pena, deve considerare sia la gravità del reato commesso in passato, sia i comportamenti tenuti durante e dopo la detenzione, anche in costanza di misure alternative, al fine di accertare l'effettività del percorso rieducativo intrapreso e il concreto superamento dello stato di devianza. Pertanto, la persistenza di condotte illecite, sintomatiche del mancato conseguimento dell'obiettivo di recupero sociale, legittima la conferma della misura di sicurezza della libertà vigilata, in assenza di un effettivo distacco dal contesto criminale di riferimento e di un concreto mutamento dello stile di vita. Il giudizio di pericolosità sociale non può essere fondato su meri sospetti o ipotesi, ma deve essere adeguatamente motivato sulla base di elementi fattuali e comportamentali, anche se non ancora definitivamente accertati in sede giudiziale, purché logicamente e ragionevolmente apprezzabili.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MAZZEI Antonella P. - Presidente

Dott. SIANI Vincenzo - Consigliere

Dott. BIANCHI Michele - Consigliere

Dott. CENTOFANTI Francesc - rel. Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 02/07/2019 del Tribunale di sorveglianza di Milano;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha chiesto rigettarsi il ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza in epigrafe il Tribunale di sorveglianza di Milano confermava, in sede di app…

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