Cassazione penale Sez. I sentenza n. 23220 del 14 giugno 2021

ECLI:IT:CASS:2021:23220PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) si configura quando le condotte moleste, pur potendo assumere varie forme, siano idonee a cagionare nella vittima un perdurante e grave stato di ansia o l'alterazione delle proprie abitudini di vita, a prescindere dal fine perseguito dall'agente. Il reato di molestie (art. 660 c.p.) sussiste invece quando le condotte si limitino a infastidire la vittima, senza determinare in essa gli effetti rilevanti per l'integrazione del delitto di stalking. Pertanto, il criterio distintivo tra le due fattispecie risiede negli effetti prodotti sulla persona offesa, non nell'atteggiamento psicologico dell'agente. Ai fini della configurabilità del reato di atti persecutori, è sufficiente che le condotte siano idonee a cagionare nella vittima un perdurante e grave stato di ansia o l'alterazione delle proprie abitudini di vita, a prescindere dal dolo specifico dell'autore, essendo irrilevante che egli abbia agito con l'intento di perseguire il proprio ruolo di genitore.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TARDIO Angela - Presidente

Dott. FIORDALISI Domenico - Consigliere

Dott. BIANCHI Michele - Consigliere

Dott. CASA Filippo - Consigliere

Dott. BINENTI Roberto - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposto da:
PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI BARI;
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
nel procedimento a carico di quest'ultimo;
avverso la sentenza del 12/07/2019 della CORTE APPELLO di BARI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e i ricorsi;
udita la relazione svolta dal Consigliere BINENTI Roberto;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale ZACCO Franca, che ha concluso chiedendo l'annullamento della sentenza impugnata con rinvio ad altra Sez…

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