Il privato non può reiterare un indefinito numero di istanze di sanatoria di contenuto sostanzialmente identico, in quanto tale condotta integrerebbe l'abuso del proprio diritto, paralizzando reiteratamente l'azione amministrativa e perdendo la finalità propria dell'istanza di ottenere una dovuta valutazione delle proprie ragioni. Pertanto, l'amministrazione può legittimamente omettere una previa autonoma ed ulteriore pronuncia sulla nuova istanza di sanatoria, ove questa risulti sostanzialmente identica alle precedenti, e procedere direttamente all'adozione dell'ordine di demolizione delle opere abusive, senza attendere l'esito della nuova istanza. Inoltre, la presentazione di una domanda di accertamento di conformità ai sensi dell'art. 36 del D.P.R. n. 380/2001 determina solo una sospensione temporanea dell'efficacia dell'ordine di demolizione, che riacquista vigore in caso di rigetto della domanda, senza che sia necessario l'adozione di un nuovo provvedimento sanzionatorio. La sospensione dei procedimenti amministrativi e giurisdizionali prevista dall'art. 44 della legge n. 47/1985 per il "terzo condono" non trova applicazione nel caso di domanda di accertamento di conformità, in quanto tale istituto non rientra nell'ambito di applicazione della citata disposizione, che si riferisce esclusivamente alle ipotesi di condono edilizio.