Cassazione penale Sez. I sentenza n. 24953 del 30 giugno 2022

ECLI:IT:CASS:2022:24953PEN

Massima

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Il giudice di appello, nel riformare la sentenza di condanna di primo grado a seguito di impugnazione dell'imputato, può rideterminare la pena nel rispetto del divieto di reformatio in peius, anche quando l'imputato sia stato assolto da uno dei reati contestati. Ciò in quanto il divieto di reformatio in peius non può portare ad aggravare nei successivi gradi o fasi del giudizio l'illegalità precedentemente commessa, come avverrebbe ove si diminuisse una pena già inferiore ai minimi di legge. Il giudice di appello, pertanto, può correggere l'errore di calcolo commesso dal giudice di primo grado nell'applicazione della riduzione per il rito abbreviato, irrogando la pena detentiva corrispondente al minimo edittale per il reato residuo, aumentata per la recidiva, e riducendo la pena pecuniaria, al fine di evitare una pena complessiva superiore a quella inflitta in primo grado.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRICCHETTI ((omissis)) - Presidente

Dott. FIORDALISI Domenico - Consigliere

Dott. BIANCHI Michele - Consigliere

Dott. BINENTI Roberto - Consigliere

Dott. ALIFFI Francesco - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 03/02/2021 della CORTE APPELLO di ROMA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ALIFFI FRANCESCO;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale TOCCI STEFANO, che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza indicata in epigrafe, la Corte di appello di Roma, investita de…

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